Rapporto Unioncamere agricoltura, terzo trimestre registra forte crescita export Aziende agricole ancora schiacciate dalla crisi, scarsa l’ultima vendemmia

dati trimestrali agricoltura
“C’è grande sofferenza nelle aziende agricole. Quello che emerge dal Rapporto sui dati trimestrali dell’agricoltura disegna una situazione molto complicata, tuttavia dobbiamo guardare dentro i dati e capire quello che ci stanno dicendo, per trovare gli elementi sui quali costruire la ripresa”. Lo ha detto Giuseppe Elias, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, partecipando, oggi, alla presentazione dei dati sul comparto agricolo organizzata da Unioncamere Lombardia nella sua sede milanese.

Indagine congiunturale

L’indagine congiunturale sulla situazione del settore agricolo lombardo nel terzo trimestre 2012 è stata realizzata da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia. Nonchè in collaborazione con le Associazioni regionali dell’Agricoltura (Confagricoltura, CIA, Coldiretti, ARAL, Assolatte, Legacoop Agroalimentare e Fedagri Confcooperative). 
 
Il Rapporto conferma la situazione di crisi dello scorso trimestre e che aveva manifestato i primi segnali tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, con l’ulteriore peggioramento dei principali indicatori sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sia nel confronto con il secondo trimestre 2012. La situazione di difficoltà del settore è legata a una forte compressione dei margini di redditività, causata da un’impennata dei costi di produzione non sufficientemente compensata dall’andamento dei prezzi di vendita. Sulla crisi incide anche la prolungata depressione dei consumi alimentari interni a causa della riduzione della capacità di spesa delle famiglie. Risulta invece in forte crescita l’export del sistema agro-alimentare lombardo, che rappresenta un possibile antidoto alla debolezza della domanda interna. 
 

Crescita export è inversione di tendenza

“Il rapporto evidenzia – ha detto ancora Giuseppe Elias -, a fronte di un calo generalizzato dei consumi, la tenuta dei prezzi delle materie prime, ad eccezione del latte. La Lombardia non solo produce queste commodities. Ma le trasforma anche in produzioni di altissima qualità, che guadagnano, di anno in anno, quote significative di export. Questo è il segnale di un cambiamento di tendenza che potrebbe portare il comparto a registrare nuovamente segni positivi”.
 

Latte, quotazioni

Il settore lattiero-caseario conferma il momento di difficoltà, soprattutto per le basse quotazioni del latte alla stalla. Sebbene la tenuta del prezzo del Grana Padano costituisca un’ancora di salvezza del comparto.

Florovivaismo, riso e ortaggi

Florovivaismo, riso e ortaggi risentono fortemente della crisi, mentre i comparti delle carni si avvantaggiano della positiva dinamica dei prezzi e registrano quindi una situazione relativamente migliore. Anche il settore vitivinicolo si avvantaggia di un andamento dei prezzi fin qui favorevole, mentre il calo dei consumi interni è compensato dalla domanda estera.

Condizioni climatiche

Anche le condizioni climatiche verificatesi nel trimestre hanno determinato maggiori spese. Almeno per le aziende che hanno dovuto incrementare l’irrigazione per contrastare gli effetti della siccità.
 

Volatilità prezzi agricoli

Completano il quadro negativo la forte volatilità dei prezzi agricoli, che impedisce alle aziende una programmazione efficace. Nonchè la stretta creditizia, che ha comportato sia un accesso più difficile al finanziamento sia un aumento dei tassi.
 
Va inoltre ricordato che anche in un periodo di crisi la performance del sistema agricolo lombardo risulta comunque migliore rispetto al contesto nazionale. Come dimostra il confronto con i dati rilevati dall’indagine congiunturale di ISMEA.

Crisi per caseario, riso e orticoltura, bene le carni

 Dall’analisi dei settori, si evidenziano alcune tendenze specifiche:
  • il comparto del latte conferma il momento difficile, sebbene la situazione si presenti nettamente differenziata tra quanti vendono il latte alla stalla. Le cui quotazioni non permettono il recupero dei costi, e quanti conferiscono ai caseifici sociali, che hanno invece beneficiato della tenuta del prezzo del Grana Padano;
  • in forte difficoltà risulta l’orticoltura, che ha risentito particolarmente del calo dei consumi;
  • prosegue anche la crisi dei comparti risicolo e florovivaistico, il primo per il crollo dei prezzi e il secondo per l’estrema debolezza della domanda;
  • i settori delle carni registrano una performance superiore alla media grazie al buon andamento dei prezzi, soprattutto per quello che riguarda i suini, che beneficiano anche di una domanda piuttosto tonica;
  • il settore vitivinicolo ha registrato un aumento di fatturato grazie al significativo incremento dei prezzi, mentre il continuo calo dei consumi interni è stato bilanciato dall’ottima performance delle esportazioni.
Nel dettaglio dei dati trimestrali agricoltura, il dato sull’andamento del fatturato nei primi nove mesi dell’anno rispetto a un anno fa mostra una leggera prevalenza delle segnalazioni di diminuzione (28,9%). Rispetto a quelle di aumento (22,8%). Per la prima volta dal 2009 si registra quindi un indice sintetico negativo (-0,06), seppur in maniera lieve. Ovvero la conferma della fase recessiva che l’agricoltura lombarda sta attraversando.

Risposte di aumento

Le risposte di aumento del fatturato provengono soprattutto dai settori suinicolo, vitivinicolo e cerealicolo (escluso il riso), mentre per quello che riguarda gli ortaggi, il riso, il latte e la carne bovina prevalgono le indicazioni di diminuzione.

Meglio del dato nazionale

Il dato lombardo rimane comunque superiore a quello registrato a livello nazionale da ISMEA (indice sintetico: -0,26), a conferma di una migliore situazione dell’agricoltura regionale anche in una situazione di crisi.
 

Valutazioni in gran parte negative

Le valutazioni sull’andamento del proprio settore di appartenenza rispetto al trimestre precedente sono in prevalenza negative, come già visto, con l’unica eccezione delle carni suine (+0,3), mentre il comparto bovino registra un valore nullo. Tra i settori che mostrano un andamento più negativo della media si segnalano invece quello dell’orticoltura, il comparto florovivaistico e quello del riso.

Livelli occupazionali

Nonostante la situazione di crisi, i livelli occupazionali confermano la tenuta sempre evidenziata in queste indagini congiunturali. Con la grande maggioranza di intervistati che segnala una stabilità degli addetti della propria azienda (87%).
 

Focus vitivinicolo

In questo terzo trimestre dell’anno, l’approfondimento settoriale è dedicato al settore vitivinicolo, che nel 2012 mostra una vendemmia eccezionalmente scarsa. Sia a livello nazionale che lombardo a causa delle condizioni meteorologiche avverse.

Le stime ISMEA

Le stime elaborate a livello nazionale da ISMEA, dall’Unione Italiana Vini e da Assoenologi prevedono una riduzione compresa tra il 5% e l’8% rispetto ai livelli già molto scarsi del 2011. Mentre in Lombardia la DG Agricoltura della Regione stima un calo della produzione di vino molto superiore, pari al 15%. La qualità attesa è, invece, buona. Con punte di eccellenza in Valcalepio e Valtellina.

Forte calo produttivo

Le risposte dei testimoni privilegiati confermano il forte calo produttivo: il 68,7% indica infatti una diminuzione dell’uva raccolta mentre nessuno segnala un aumento.

Crescita del fatturato

Il fatturato è in crescita per il 31,3% dei testimoni intervistati, mentre coloro che indicano una diminuzione rappresentano il 25%: l’indice sintetico è positivo (+0,06) ed è tra i migliori di tutti i settori.

Incremento dei prezzi

L’aumento del fatturato è riconducibile al significativo incremento dei prezzi di vendita a livello nazionale. Che ha interessato sia i vini bianchi che quelli rossi, con quotazioni che sono risultate durante tutto il corso dell’anno sempre superiori rispetto a quelle del 2011.

Andamento differenziato

Per quanto riguarda la domanda di mercato, dai dati trimestrali sull’agricoltura si assiste a un andamento nettamente differenziato tra domanda a livello nazionale e domanda estera. Alla scarsa tonicità della prima (indice sintetico pari a -0,31) si contrappone infatti una grande dinamicità dei mercati esteri. La cui domanda è giudicata elevata dal 59,4% dei testimoni intervistati.

Mercato interno e mercato estero

I dati trimestrali agricoltura sottolineano la netta differenziazione che esiste tra mercato interno e mercati esteri in termini di dinamica della domanda e di prezzi di vendita. Che comporta una altrettanto netta distinzione in termini di performance economiche tra le aziende vitivinicole che esportano e quelle che invece si rivolgono solo al mercato interno.

Le impressioni

Da un lato troviamo una quota maggioritaria che giudica negativamente l’andamento degli affari della propria azienda (43,8%, probabilmente orientate prevalentemente al mercato interno). Dall’altro abbiamo invece le imprese vitivinicole che valutano positiva (25%) o comunque nella norma (31,3%) la redditività aziendale.

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