Quote latte: un aiuto dal sito della Regione Lombardia per evitare lo splafonamento

L’Italia rischia di superare le quote nazionali di produzione di latte prevista dall’Unione europea per la campagna lattiero-casearia 2012-2013. 
 

Latte vaccino

Il latte vaccino viene commercializzato nell’Unione europea secondo un sistema di quote istituito nell’Unione Europea nel 1984 e inteso a equilibrare domanda e offerta per arginare le eccedenze.
 

Il sistema ‘quote’

A ciascuno Stato membro sono attribuiti due quantitativi di riferimento (o “quote”), uno per le consegne alle latterie e l’altro per le vendite dirette ai consumatori. Ovvero, un’azienda agricola che produce e vende latte deve possedere la ”quota latte”. Cioè un quantitativo di latte (espresso in kg) autorizzato alla commercializzazione.

Una ‘tassa’ sull’eccedenza

Il latte in eccesso rispetto alla quota consentita è soggetto a una sorta di “tassa”.

Sul sito della Regione Lombardia

Per aiutare la programmazione delle aziende produttrici di latte la Direzione Generale dell’Agricoltura ha pensato di rendere disponibili sul sito della Regione Lombardia nella sezione “quote latte” i dati relativi alle produzioni nazionali in aggiornamento mensile.
 

I dati consolidati della campagna 2012-2013

“I dati consolidati della campagna produttiva 2012 – 2013 indicano che la produzione nazionale, monitorata dal mese di aprile 2012 e fino a tutto il mese di agosto, è stata pari a oltre 4 milioni di tonnellate. E la variazione rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna (2011- 2012) è di un + 2,8%”. Lo ha detto Giuseppe Elias, assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, commentando i dati del primo semestre della campagna del latte 2012 – 2013.  

11 milioni di tonnellate

Secondo questi dati, e facendo una stima fino alla chiusura dell’anno di competenza (marzo 2013), si potrebbero sfiorare ben 11 milioni di tonnellate di latte.

Aiuto anti splafonamento

Ecco perchè ha spiegato l’assessore, “Grazie alle comunicazioni mensili da parte dei produttori sarà possibile seguire l’andamento della campagna produttiva, confrontarla con la disponibilità delle quote nazionali di produzione del latte. Ovvero poter compiere una proiezione a fine campagna per valutare il rischio dello splafonamento delle quote”.  
 

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