Quando il Bio in Agricoltura aiuta l’aria

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Il Biologico aiuta la natura. Parte, infatti, il Life fa.re.na.it – Fare rete natura in Italia. Ovvero il progetto finanziato dalla Commissione Europea con il programma Life a cui partecipano  Cts, Ispra, Comunità Ambiente, Coldiretti e Regione Lombardia. Allo scopo di definire nuovi Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) diretti alle aree protette e tutelate della direttive europee.

I relatori

A presentarlo, assieme ai dati sui servizi ecosistemici offerti nelle aree Rete Natura 2000 – sotto la protezione dell’Unione Europea – a pochi giorni dall’ottavo ‘compleanno’ del Protocollo di Kyoto, sono stati Stefano Di Marco, vicepresidente CTS e responsabile del progetto. Quindi è intervenuto Bernardo De Bernardinis, presidente Ispra. A seguire Laura Pettiti del Ministero dell’Ambiente. Poi Luigi Servadei del Ministero delle Politiche Agricole e Toni De Amicis, Coldiretti. 

In Italia 6 milioni di ettari protetti

In Italia i terreni protetti dalla UE coprono una superficie di oltre 6 milioni di ettari. Ovvero il 21% del territorio nazionale. Molte di queste zone sono infatti tutelate per valori naturalistici che sono stati conservati da attività umane tradizionali: è il caso dei pascoli di alta quota, dove la biodiversità (a cominciare dalla presenza di specie in via di estinzione) è garantita dalla pastorizia tradizionale.

La gestione

“Una gestione più sostenibile delle attività agricole nelle aree Sic (Siti d’importanza comunitaria) e Zps (Zone di protezione speciale) – ha detto il presidente Ispra De Bernardinis, presentando i dati elaborati dall’Istituto – porterebbe a fissare nei suoli dei campi delle aree Natura 2000, circa 2,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno. Ovvero un quantitativo pari al 50% delle emissioni annuali dell’industria cartaria italiana. Nonchè a oltre il 90% di quelle della manifattura del vetro”.

Riduzione emissioni CO2

Trentaquattro milioni di tonnellate all’anno è l’impegno di riduzione delle emissioni di CO2 in Italia. Ben il 7% di quest’obiettivo potrebbe essere infatti raggiunto solo riconvertendo completamente a un’agricoltura naturale tutti i campi coltivati nelle aree protette della Rete Natura 2000. Ovvero un patrimonio con un alto valore naturalistico che fornisce anche altri servizi ambientali fondamentali. 

La scala di grandezza

Tanto quindi per dare un’idea della grandezza di questi numeri, basti ricordare che nel solo anno 2011 il nostro Paese ha emesso 433 milioni di tonnellate di anidride carbonica. 

L’adozione di pratiche di agricoltura biologica potrebbe comportare una serie di benefici ambientali. Tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici, la protezione da eventi climatici estremi ma anche, come fortemente voluto dalla Ue, l’affermazione di un’economia sostenibile.

La Rete Natura 2000  

”La Rete Natura 2000 è una realtà di protezione e di produzione di servizi ecosistemici di rilevanza europea ma ancora poco conosciuta in Italia”, ha spiegato Laura Pettiti del ministero dell’Ambiente, “mentre occorre ridare valore alle aree che sono state cambiate in modo positivo dall’Attività umana. Tra queste ci sono infatti i campi tradizionali delle montagne appenniniche o i grandi pascoli alpini. Che possono e devono continuare a conservare equilibri naturali unici”.

Il progetto Life fa.re.na.it.  è nato per comunicare questo valore nel rispetto della biodiversità e per sostenere l’importanza dell’agricoltura tradizionale e e di tipo biologico per la natura in queste zone. Una fucina di idee e applicazioni pratiche. Da proporre anche all’esterno delle aree Natura 2000. Per raggiungere insieme un obiettivo economico, sociale e ambientale di rinnovamento culturale.

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