Lombardia, una straordinaria terra di tartufi

Per i non esperti quella della Lombardia è una piacevole sorpresa, abituati – come siamo – a sentir parlare di tartufi che provengono da altre regioni d’Italia, come il Piemonte, l’Umbria, la Toscana.
Anche la Lombardia, infatti è terra di tartufi, con specie che nulla hanno da invidiare rispetto alle più blasonate e utilizzate per arricchire le proposte gastronomiche dei ristoratori di mezzo mondo.
La notizia è che sono state riconosciute due tartufaie controllatenel pavesee nel mantovano.
La legge regionale 5/12/2008 n. 31 ‘Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale’, all’articolo 124 prevede che i titolari e conduttori di terreni a vocazione tartufigena possano richiedere alle province, agli enti gestori dei parchi regionali e alle comunità montane il riconoscimento di tartufaie controllate o coltivate esistenti su fondi in loro possesso. La Direzione Generale Sistemi Verdi e Paesaggio, Struttura Foreste, avvalendosi del collegio di esperti (di cui all’articolo 119 della l.r. 31/2008), può, previa istruttoria tecnica degli gli enti di cui sopra, provvedere al riconoscimento delle tartufaie controllate e coltivate.
tartufi lombardia
Così hanno fatto il Consorzio agro-silvo-pastorale ‘Reganzo’, per terreni in comune di Varzi (PV) e l’Associazione ‘Trifulin Mantuan’ nei Comuni di Quingentole, Borgofranco sul Po, Carbonara Po, Pieve di Coriano, Revere, Bagnolo Sano Vito e Quistello. Tutti in Provincia di Mantova.

Istruttoria positiva

La richiesta, dopo l’istruttoria positiva da parte rispettivamente della Comunità Montana Oltrepò Pavese e della Provincia di Mantova, è stata quindi accolta dalla competente Struttura Foreste della Direzione Generale Sistemi verdi e Paesaggio che ha proceduto al riconoscimento delle tartufaie controllate. E quindi concesso la raccolta riservata dei corpi fruttiferi. Nel rispetto dei regolamenti adottati dall’assemblea generale dei soci del ‘Reganzo’ e dei ‘Trifulin Mantuan’. 
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I diversi regimi

Mentre nei boschi e nei terreni non coltivati la raccolta dei tartufi è libera, nelle tartufaie controllate o coltivate riconosciute i tartufi prodotti sono di proprietà di chi le conduce. Purché vengano apposte apposite tabelle delimitantile tartufaie stesse ed eseguite le opere di miglioramento forestale prescritte. La ricerca e la raccolta dei tartufi sono consentite a coloro i quali sono in possesso del tesserino di idoneità, valido su tutto il territorio nazionale. Tesserino rilasciato ai sensi dell’articolo 5 della legge 752/1985. Nelle tartufaie controllate o coltivate riconosciute i titolari e i conduttori dei fondi per la raccolta dei tartufi nei fondi stessi non sono soggetti a questo obbligo.

Tartufo, bontà già nota ai Sumeri

Il tartufo è un frutto della terra conosciuto dai tempi più antichi. Si hanno testimonianze della sua presenza nella dieta del popolo dei Sumeri ed al tempo del patriarca Giacobbe intorno al 1700 – 1600 a.C..
I greci lo chiamavano Hydnon (da cui deriva il termine ‘idnologia’ la scienza che si occupa dei tartufi) oppure Idra ,i latini lo denominavano Tuber, dal verbo tumere (gonfiare), gli arabi Ramech Alchamech Tufus oppure Tomer e Kemas, gli spagnoli Turma de tierra o cadilla de tierra, i francesi truffe (derivante dal significato di frode collegato alla rappresentazione teatrale di Molière ‘Tartufe’ del 1664
), gli inglesi Truffle, infine i tedeschi Hirstbrunst, oppure Truffel.
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Che cos’è

Il tartufo è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi. Infatti nasce e si sviluppa vicino alle radici di alberi. Principalmente quelle del pioppo, del tiglio, della querciae del salice, diventando dopo la formazione un vero e proprio parassita. 
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Caratteristiche

Le caratteristiche di colorazione, sapore e profumo dei tartufi saranno determinate dal tipo di alberi presso i quali essi si svilupperanno. A esempio, i tartufi che crescono nei pressi della quercia avranno un profumo più pregnante. Mentre quelli vicino ai tigli saranno più chiari ed aromatici.

La forma

La forma, invece dipenderà dal tipo di terreno. Se soffice il tartufo si presenterà più liscio,se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.

Le zone del tartufo in Lombardia

Le zone della Lombardia a maggior vocazione tartuficola sono: lOltrepo Pavese, nella zona compresa tra le province di Alessandria e di Piacenza per il Tartufo Nero, fino al corso del Po per il Tartufo Bianco Pregiato.
I centri più famosi sono
Varzi e Casteggio.
Nel
Garda (in Provincia di Brescia)le colline moreniche per il Tartufo Nero Pregiatoe per ilNero Ordinario(Brumale).
Le
golene del Po, in provincia di Cremona.
A
Bergamo, alcune zone della provincia (da Lovere a S.Pellegrino, lungo le rive del Brembo)producono importanti quantità di Tartufo Nero Pregiato e Scorzone.

Il Mantovano

La provincia di Mantova per i tartufi è anch’essa molto interessante.
I centri importanti della zona sono: Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Bonizzo. La zona tipica del
Tartufo Bianco Pregiatosi estende dalla dorsale appenninica che va da Sermide a Quingentole sino ai terreni alluvionali del Fiume Po e Mincio.
Dall’alto mantovano sino ai comuni di Solferino e Volta Mantovana si raccoglie il Tartufo Nero Pregiatoe lo Scorzone.
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Il ‘manuale’ della Regione

Per imparare a conoscere i tartufi della Lombardia e come cercarli, è  utile sfogliare il prezioso ‘manuale’ pubblicato a cura delle Direzioni Generale Agricoltura e Sanità della Regione Lombardia.
Oltre a una ricca serie di informazioni relative alle diverse tipologie di tartufi che si spossono trovare nei territori della Lombardia, sono descritte le principali caratteristiche di forma, sapore e specificità.
Nella parte introduttiva sono riportate le principali norme che disciplinano la raccolta e i comportamenti corretti consigliati a chi intende dedicarsi a questa pratica. 
 
 

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