Terreni bio, Italia seconda in Ue ma prima per export prodotti – reportage da Bruxelles dell’inviato Luca Angelini

dal nostro inviato a Bruxelles Luca Angelini*

Varvara Bektasiadou, Organic Unit Direzione generale agricoltura Ue, copyright European Union 2014
Varvara Bektasiadou, Organic Unit Direzione generale agricoltura Ue (copyright European Union 2014)

Bruxelles – La crescita del bio non si ferma. Lo dicono i numeri. Il mercato globale dei prodotti “organic”, sottolinea  Varvara Bektasiadou, della Organic Unit della Direzione generale agricoltura Ue, incontrando a Bruxelles i giornalisti dello study trip al quale abbiamo partecipato per conto di Arga Lombardia Liguria: dal 1999 al 2011 è quadruplicato, arrivando a un totale mondiale di 63 miliardi di dollari. Nell’Unione Europea, lo stesso mercato valeva, sempre nel 2011, 19,7 miliardi di euro (+9% rispetto al 2010).

IL RAPPORTO UE SULL’AGRICOLTURA BIO – Molto altro si può scoprire sfogliando il rapporto “Facts and figures on organic agriculture in the European Union” che la Commissione Europea, divisione Agricoltura e sviluppo rurale, ha pubblicato a ottobre 2013. In termini di area agricola coltivata con metodo biologico, si è passati dai 5,7 milioni di ettari del 2002 (pari al 3,1% del totale di superficie agricola utilizzata) ai 9,6 milioni (5,4%) del 2011 (ultimo anno per i quale la Commissione dispone di dati considerati “ufficiali”.

Allevamento bio mucche copyright European Union 2014
Allevamento bio mucche (copyright European Union 2014)

Alcune cifre relative al 2012 sono reperibili sul sito di Eurostat: in questo caso, ad esempio, Eurostat stima che, per l’Ue a 27 la percentuale sia salita al 5,8% nel 2012, che scende al 5,7% se si include la neo-entrata Croazia). A tutto ciò vanno aggiunti i 2,6 milioni di capi di bovini certificati bio nel 2011 (719 mila dei quali da latte), pari al 2,9% del totale, 855 mila suini (0,33%), quasi 4 milioni di ovini, 480 mila capre (insieme fanno il 2,82% del totale di ovo-caprini allevati nell’Ue) e oltre 26 milioni di polli e galline (0,95%) a marchio “organic”, come dicono gli anglosassoni.

I PRIMI DELLA CLASSE – La hit parade dei terreni bio vede al primo posto la Spagna, con 1,8 milioni di ettari, seguita dall’Italia con 1,1 milioni, dalla Germania con un milione, dalla Francia con 970 mila e dal Regno Unito con 630 mila. In termini percentuali, però, è l’Austria a fare la parte del leone, con il 19% di terreni coltivati con metodo biologico rispetto al totale, davanti a Svezia (15,7%), Estonia (14%), Repubblica Ceca (13%) e Lettonia (10%).  Bio Ue coltivazione con pc che spiega

L’ITALIA DEL BIO – Quanto all’Italia (che, stando ad una ricerca pubblicata da Aiab a metà febbraio, è prima in Europa per export di prodotti biologici: oltre un  miliardo di euro in valore), se si sommano gli ettari già certificati bio a quelli in conversione, si nota un lieve calo: 1 milione e 150 mila ettari nel 2007, 1 milione e 106 mila nel 2009 e 1 milione e 96 mila nel 2011. Ancora più altalenante l’andamento fotografato da Eurostat. La percentuale di terreni bio, dopo essere balzata dal 6,7

all’8% fra il 2000 e il 2001, ha conosciuto anni di calo, scendendo al 6,4% nel 2004.

Poi è iniziata la ripresa, fino a toccare una punta dell’8,6% nel 2010, per poi ridiscendere all’8,4% nel 2011. Le stime per il 2012 parlano però di un nuovo balzo: 8,9%, il dato più alto di sempre per il nostro paese (mentre i nostri “rivali” spagnoli rimarrebbero fermi al 7,5% e i tedeschi scenderebbero dal 6,1 al 5,8%). Una curiosità: per una volta, lo Stivale appare rovesciato, con Sicilia,

Bio Ue visita giornalisti
Un momento della visita dei giornalisti partecipanto allo Study Trip organizzato dalla DG Agri della Commissione Ue (copyright European Union 2014)

Calabria e Basilicata uniche regioni a superare il 10% di superficie agricola coltivata in regime biologico. Il che peraltro non deve sorprendere, visto che, nell’Unione Europea, i prodotti bio più coltivati sono l’ulivo (31% di tutta l’area “organic”: 141.568 ettari in Italia, sorpassata nel 2011 solo dalla Spagna, a quota 168.619) e la vite (17% del totale, 52.812 ettari in Italia, terza per superficie dietro i 79 mila ettari della Spagna e i 61 mila della Francia). Quanto al settore allevamento, l’Italia, nel 2011, ha avuto poco meno di 200 mila bovini bio (la metà circa di Austria e Francia, che guidano la classifica), dei quali circa 40 mila da latte; poco più di 30 mila maiali (Germania e Danimarca superano i 170 mila, la Francia i 165 mila); quasi 3 milioni di pollame biologico (la Francia sfiora gli 11 milioni), ma è seconda in Europa per pecore bio (705.785 capi, l’8,8% del totale nazionale), anche se a debita distanza dal Regno Unito (1.161.717 capi).Ue bio cartina aree coltivate

 IL BIO È DONNA – Un’ultima annotazione: il volto dell’agricoltore biologico è sempre più giovane e “rosa”. Guardando agli oltre 225 mila agricoltori bio europei, la percentuale di coltivatori o allevatori sotto i 55 anni è del 61,3% nel settore bio e solo del 44,2% in quello convenzionale. E quasi uno su 4 (24%) è donna. Percentuale che sale al 41% in Lettonia, al 32% in Croazia e al 30% in Italia, terza sul podio.

 

*Secondo di una serie di servizi realizzati in occasione del “Press – trip” organizzato dall’ufficio stampa e rapporti con i media della Direzione Generale Agricoltura Ue

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