L’Oltrepò Pavese riparte dalla qualità
Passa dalla qualità, dall’amore per il territorio e il suo paesaggio – così affascinante che ogni volta che lo ammiri ne resti sorpreso – dal vino buono, prodotto con cura e puntando sempre all’eccellenza, l’exit strategy dell’Oltrepò Pavese, protagonista suo malgrado di recenti episodi di cronaca, anche giudiziaria.
Il rilancio è nelle mani di aziende di piccole e medie dimensioni che da anni lavorano per soddisfare un mercato oggi particolarmente esigente e in grado di distinguere con facilità se un vino è davvero il risultato di una serie di gesti e di scelte orientati a garantire un prodotto di livello o no.
Arga Lombardia Liguria, in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese e con l’organizzazione di Nino Tripodi, ha visitato alcune cantine nella zona della Versa e poi nei dintorni di Casteggio per conoscere da vicino gli alfieri di questa “rinascita”: donne e uomini che lavorano da anni con la stessa passione e hanno ben chiaro che la strada segnata è dialogare con i mercati internazionali e proporre bottiglie che oltre a una storia esprimono alta qualità, distintività, grande attenzione alle vigne e alla terra che le ospita.
L’Oltrepò Pavese è una zona ad alta vocazionalità viticola. Le differenze pedologiche, territoriali e climatiche determinano come alcune aree risultino più adatte a certi vitigni piuttosto che ad altri.
Nella zona più orientale, dove si trovano i comuni di San Damiano al Colle e Rovescala, al confine con la provincia di Piacenza, è diffusa la coltivazione delle due principali uve a bacca rossa, Barbera e Bonarda pavese, localmente detta Croatina.
Le uve raggiungono, per motivi legati oltre che al suolo anche al clima, ottimi livelli di maturazione, capaci sia di dare vini vivaci di corpo che di sostenere invecchiamenti notevoli con il contributo del legno nella vinificazione. Qui anche il Pinot nero con cloni adatti, fornisce invidiabili vini rossi.
Di converso, la zona non si presta all’ottenimento di bianchi particolarmente freschi ma riesce comunque con il Pinot nero a dare buoni vini bianchi fermi. In bassa Valle Versa, nella zona di Canneto Pavese, Montescano, Montù Beccaria, le stesse uve riescono a dare un prodotto eccellente che, per motivi di ordine climatico, è organoletticamente assimilabile alle zone “più vocate”.
La migliore espressione per le varietà a bacca bianca si ha in alta Valle Versa e in alta Valle Scuropasso: ottime risultano, per le basi spumante con Pinot nero, Chardonnay, Riesling italico, le zone di alta valle, la sponda di destra con Canevino, Volpara e Golferenzo, (le ultime due ottime anche per la varietà Moscato), ed in parte Santa Maria della Versa.
Nella sponda di sinistra ha uguale valenza Montecalvo Versiggia. Per i bianchi fermi la zona migliore si sposta ad una quota inferiore verso il fondovalle.
Prima tappa del tour Arga Lombardia Liguria in Oltrepò Pavese la cantina storica Il Montù di Montù Beccaria (www.ilmontu.com) , la cui nascita risale al 1902,quando era una cantina sociale a cui tutti i viticoltori della zona conferivano le loro uve. E’ la prima del genere in Italia. Ripercorre le tappe più significative della sua azienda Riccardo Ottina, enologo, che dal 1998 è alla guida di questa Cantina insieme a Fabio Tonalini: insieme condividono 80 ettari vitati in Valle Versa.
I vitigni sono Croatina, Bonarda, Barbera, Pinot nero, Uva rara e Chardonnay.
“Il 30-40% delle vendite – spiega Ottina – sono prodotti di levatura (riserva, invecchiati) destinati alla clientela più esigente, mentre il 60% va alla GDO. Chi vuole, mentre viaggia in Italia, può trovare i nostri vini distribuiti in Autogrill“.
La passione di Ottina è condivisa dal figlio Enrico che si è laureato in Agraria all’Università Cattolica di Piacenza.
Tonalini, proveniente da una famiglia di agricoltori, è stato per anni notaio in Stradella. E’ il primo notaio in Italia ad aver ricevuto la licenza di “assaggiatore di grappa”. E’ autore dello Statuto dell’Istituto Grappa lombarda e dell’Istituto Nazionale Grappa. Suo figlio Fabio ha acquisito la sua esperienza sul campo e oggi si dedica completamente alla cantina storica di Montù Beccaria come responsabile vendite in Italia e all’estero.
La pigiatura e la vinificazione avvengono nella vecchia cantina degli inizi del secolo, i vini nuovi ora in fermentazione si preannunciano di assoluta eccellenza. L’annata non è stata generosa in quantità ma certamente lo sarà per qualità.
“Il metodo classico per noi rappresenta solo il 7-8% della produzione – continua Ottina – e per lo stoccaggio disponiamo di uno spazio di 1700 mq a Stradella” dove è presente una linea di imbottigliamento tecnologicamente avanzata in grado di sostenere un ciclo di produzione di 10.000 bottiglie al giorno.
Nella cantina, la zona degustazione è originalmente ospitata in giganteschi tini che raccontano la storia dell’azienda e consentono ai visitatori di effettuare un viaggio immersivo non virtuale nel pianeta vino di questa parte dell’Oltrepò Pavese.
I distillati occupano uno spazio importante nella produzione del Montù: le vinacce arrivano dalla cantina di produzione, circa 350-400 quintali al giorno, e vengono stipate per poco tempo in appositi contenitori e poi trasportate con un mezzo meccanico nella tramaggia di contenimento. Qui diventa flema – non è ancora grappa – e attende di essere distillata per perdere le impurità. La stanza degli alambicchi merita, da sola, la visita.
Gli avanzi delle vinacce sono successivamente trasportate in un allevamento di vacche da latte: servono per conservare il trinciato di mais….
Nella frazione Castelrotto di Montecalvo Versiggia, l’Azienda Agricola Famiglia Torti (www.tortiwinepinotnero.com/it/) produce dal 1910 vini e spumanti di qualità.
I vigneti sono di proprietà e posti in collina, dove la viticoltura favorisce in particolare la produzione di Pinot nero, Bonarda e Barbera.
I più datati hanno 40 anni. A questi si affiancano i nuovi impianti ma con filari più diradati per garantire maggiore qualità.
Tutta la famiglia è coinvolta nella produzione: Sandro, che ha raccolto il testimone da suo papà Pietro che da il nome all’azienda, la moglie Giusy e le due figlie, Patrizia che si occupa del commerciale con la mamma e Laura che sta in vigna con Sandro.
Producono Cruasè, spumante Casaleggio Brut Metodo Martinetti ottenuto da Pinot nero coltivato sulla collina Casaleggio.
Gioiello dell’azienda dell’Oltrepò Pavese è il Pinot nero che nasce da un appezzamento che si chiama Borgogna. L’Azienda Agricola Famiglia Torti esporta il 70% della produzione che consiste in circa 280.000 bottiglie, dispone di una barricaia importante con 500 barrique i cui legni sono assemblati e provengono da 4 foreste francesi. Qui affinano pinot nero e Barbera da 6 mesi a 18. La particolarità dell’azienda consiste nella mappatura delle loro vigne e, ogni anno, decidono quali meritano di procedere con l’affinamento in barrique.
L’attività di internazionalizzazione Dal 2007 collaborano con Sanrio, il colosso giapponese ideatore di Hello Kitty e sono licenziatari per la produzione dei vini e spumanti che portano questo logo. “Sweet Pink” è prodotto con uve Chardonnay e Pinot Nero raccolte interamente a mano, vinificato in rosato, spumantizzato con Metodo Martinotti Demi Sec“. Completano l’offerta “Cupido”, “Rosè”, “Charmy” e “Lady”.
Di recente sono diventati anche i produttori di fiducia per la squadra di calcio dell’Inter.
Il tour di Arga Lombardia ha fatto tappa anche in un locale storico di Rivanazzano Terme, il ristorante albergo “Selvatico” (www.albergoselvatico.com)
Il ristorante offre la possibilità di gustare i classici piatti della tradizione pavese e le specialità culinarie più all’avanguardia grazie alla superba cucina di Piera Spalla Selvatico, appassionata cultrice e sempre alla ricerca degli ingredienti migliori e genuini. Al suo fianco la figlia Michela, autrice di pani e dolci inimitabili e originali; in sala sarete accolti dalla primogenita Francesca e dal marito Sergio che sapranno indirizzarvi con grande competenza nella scelta dei vini della prestigiosa cantina, vero paradiso per enologi e buongustai. Vale il viaggio.
L’ Azienda Agricola Montelio (www.montelio.it) a Codevilla è tutta da scoprire: oltre il cancello di ingresso offre una vista spettacolare sui vigneti che, con filari perfettamente allineati, ornano la collina vitata per 30 ettari. Il nome dell’azienda richiama infatti il monte su cui splende sempre il sole.
Mario Maffi enologo, tecnico enologo da 33 anni, con studi severi a Voghera (Gallini) racconta che l’azienda è affidata a Giovanna e Caterina Brazzola, ottava generazione della famiglia .
L’azienda è ospitata in un edificio che in passato era un convento di monache, completamente ristrutturato. Le parti più antiche risalgono al 1670.
A bacca bianca producono : Riesling, Muller Thurgau, Moscato e Malvasia.
A bacca nera: Croatina, Barbera, Merlot Pinot nero e Uva rara. All’azienda Montelio hanno una vigna sperimentale per il recupero dei vitigni autoctoni finanziato da Regione Lombardia in collaborazione con università di Milano.
Usano tecniche agricole avanzate ma senza sostanze chimiche: l’inerbimento è eseguito con pacciamatura.
Dal 20 luglio al 10 agosto hanno effettuato il diradamento su 6-7 ettari: la particolarità è che è stato reralizzato con lavoro tutto femminile perché, sostiene l’enologo,è necessaria e inarrivabile la grazia nei gesti caratteristica tipica delle donne.
L’ambiente è così naturale e eccellente esempio di biodiversità che si è registrata la presenza di nidi di cinciallegre e cardellini tornati a nidificare proprio per le ottime condizioni delle colline dell’Oltrepò Pavese.
Un’altra delle curiosità che contraddistinguono l’azienda Montelio è il cosiddetto Infernotto: una ghiacciaia alimentare appartenente al monastero, di pianta ottagonale: durante l’inverno la neve veniva calata dall’alto per coprire le celle e conservare così gli alimenti. Qui è stata ritrovata la prima bottiglia di “champagne” dell’Oltrepò Pavese, ma anche le etichette più vecchie prodotte dall’azienda o annate particolari, come ad esempio quella del matrimonio dei genitori.
Dalle profondità dell’Infernotto ai piani superiori il passaggio è con una scala stretta che porta a un solaio in cui i grappoli d’uva vengono appesi per l’appassimento. Serviranno per produrre Moscato, Malvasia e Cortese.
Anche questa parte dell’edificio costituisce una delle peculiarità dell’azienda Montelio che, un tempo, fu antica sede della Grangia di un monastero dove già nel 1200 si coltivava la vite. Nel 1802 l’ingegner Domenico Mazza acquista i primi terreni che nel 1848 gli consentono di avviare l’ azienda.
Dimenticate le strade trafficate, costellate di centri commerciali e di “non luoghi” che si affacciano sulla provinciale e addentratevi su per la stradina che porta a “Prime Alture”, se possibile all’imbrunire.
Lo spettacolo che si apre davanti ai vostri occhi non ha eguali: vigneti che si rincorrono lungo le colline poco al di sopra di Casteggio un edificio di recente costruzione e dotato di ogni tecnologia che oltre ad essere un delizioso luogo per assaggiare i sapori del territorio è anche un elegante resort.
A “Prime Alture” (www.primealture.it/), Roberto Lechiancole ha realizzato il sogno della sua vita e offrendo a chi lo va a visitare la magia di un posto tranquillo, immerso nel verde del paesaggio dell’Oltrepò Pavese, in cui si producono vini di alta qualità e soprattutto dove l’ospite è messo facilmente a suo agio.
Dopo una lunga carriera da manager e imprenditore, nel 2006 con la moglie Anna decide di progettare la trasformazione di un’antica cascina in un’elegante dimora. Aperta dal 2013 come “wine Resort” la struttura dispone di sei camere, ciascuna denominata con un omaggio al vino.
All’interno di ciascuna sono riprodotti sulla parete aforismi dei grandi poeti classici e moderni che hanno dedicato versi al prodotto del territorio per eccellenza: il vino. Ogni particolare è curatissimo, a cominciare dalle saponette realizzate con materiali naturali e vino, dai colori delle pareti, al comfort pensato per chi, lasciato il caos delle città e la frenesia del proprio quotidiano, decide di trascorrere almeno un paio di giorni in questo buen retiro a poco più di un’ora da Milano.
Un luogo impreziosito dall’elegante sala da pranzo, dal terrazzo con piscina, e dalla collezione privata di bottiglie che raccontano dei viaggi e delle passioni del titolare di questo luogo d’incanto.
Prime Alture firma un Pinot noir prodotto da un monovitigno in purezza, un Merlot chiamato “L’altra metà del cuore”, “Il Bianco” da uve Moscato e Chardonnay, “Il Rosso” da uve Barbera e Croatina e un Blanc de Noir prodotto esclusivamente con Pinot Nero, “Io per Te”.
I dieci ettari producono 40.000 bottiglie all’anno.
Per il nostro tour ringraziamo il presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese Michele Rossetti e il direttore generale Emanuele Bottiroli