La Bigolada di Castel d’Ario, festa popolare del gusto
Presentata a Milano l’edizione ’18 della “Bigolada”
Il 14 febbraio appuntamento goloso a Castel d’Ario (Mn)
La città natale del pilota-mito Tazio Nuvolari accresce la sua attrattività
La “Bigolada” di Castel d’Ario festeggia i suoi primi 170 anni, si conferma festa popolare che ripropone il gusto e i sapori di un piatto nato come forma di protesta e poi diventato elemento identitario del territorio Mantovano e che per la prossima edizione si presenta con una ventata di novità.
APPUNTAMENTO IN PIAZZA – Il 14 febbraio 2018, mercoledì delle Ceneri, i “bigoi” con le “sardèle” (spaghetti fatti col torchio a pressione, conditi con un sugo a base di acciughe o sarde salate) saranno distribuiti dalle 10,30 fino a sera in piazza Garibaldi. Per presentare la Bigolada la gli organizzatori, il sindaco e chi ha curato il progetto capace di suscitare l’interesse e il sostegno di Regione Lombardia hanno scelto l’Osteria del treno a Milano, luogo carico di simboli e di storia tanto quanto il piatto protagonista dell’evento.
IL SOSTEGNO DI REGIONE LOMBARDIA – “Il progetto di valorizzazione della Bigolada è stato finanziato dalla Regione Lombardia grazie ad un bando dedicato al patrimonio immateriale, un ambito che quest’anno ho deciso di sostenere ancora di più in forza di un percorso identitario che stiamo portando avanti con passione e determinazione” ha commentato l’assessore regionale alle Culture, Iden tità e Autonomie della Lombardia Cristina Cappellini.
PROMOZIONE DI EVENTI IDENTITARI – “Nella primavera scorsa abbiamo fatto partire, in collaborazione con la Fondazione Treccani – ha sottolineato l’assessore regionale – una fase importante di approfondimento e di ricognizione degli eventi identitari, sia religiosi che laici, che si svolgono sui nostri territori, caratterizzandoli. Ciò al fine di salvaguardare e di promuovere un ricco patrimonio di usi, costumi, tradizioni, saper fare”.
UN ARCHIVIO DIGITALE ONLINE – “Nel caso della Bigolada – ha detto ancora Cappellini – ambientazione e ritualità sono rimaste immutate nei secoli. Il progetto finanziato è significativo perché punta alla ricerca di documentazioni fotografiche storiche, alla realizzazione di un sistema multimediale con corrispondente pubblicazione online di schede inventario, iniziative di promozione della tradizione agroalimentare, laboratori nelle scuole e altre attività che concorrono alla costante trasmissione, di generazione in generazione, di una tradizione del territorio”.
CULTURA, STORIA E GASTRONOMIA – “Nell’anno di Ea(s)t Lombardy – ha rimarcato l’assessore all’Agricoltura
di Regione Lombardia Gianni Fava – la Pro Loco di Castel d’Ario unisce cultura, storia, tradizione e gastronomia con il progetto sulla Bigolada, manifestazione che fin dall’Ottocento è il fulcro del ‘Mercoledì delle ceneri’ nel paese che, nel 1892 ha dato i natali a Tazio Nuvolari”.
IL MUSEO DI NUVOLARI – All’asso del volante, diventato un mito e icona del mondo della velocità, è dedicato il Museo a Mantova inaugurato nel 1985 sulla base di una precisa disposizione testamentaria del pilota, che affidò il suo patrimonio sportivo all’Automobile Club Mantova, di cui fu Presidente per ben sette anni, dal 1946 sino alla sua scomparsa.
PRODOTTO GASTRONOMICO CHE TRAINA ECONOMIA TERRITORIO – “Come assessore all’Agricoltura della Lombardia e come mantovano – ha proseguito Fava – conosco bene la Bigolada e non posso non riconoscere il ruolo che tale evento riveste non soltanto per Castel d’Ario, ma anche per i territori che distano decine di chilometri dal paese. La Bigolada è un esempio di come un prodotto gastronomico – figlio di una tradizione che ha saputo mescolare gli aspetti religiosi a quelli popolari – sia in grado di trascinare l’economia di un territorio, esattamente come lo fa il tartufo ad Alba, per spingersi in un paragone con un prodotto blasonato e simbolo del lusso, ma che esplicita le stesse dinamiche promozionali”.
AGROALIMENTARE VALE 39 MLD – “La Lombardia è uno scrigno di biodiversità – ha chiosato Fava – di prodotti tipici dei diversi territori di cui la regione si compone e di grandi maestri (dai cuochi stellati a quelli delle sagre, appunto), che contribuiscono in vario modo a valorizzare una produzione agroalimentare che vale oltre 39 miliardi di euro“.
LA STORIA IN UN PIATTO – Dalla metà dell‘800 e fino agli inizi del ‘900 l’intera zona ha conosciuto lo sviluppo di movimenti di protesta, lotte per l’emancipazione della parte più povera dei contadini, braccianti in particolare, assieme alla denuncia di condizioni di vita difficili, segnate in particolare da una alimentazione fatta essenzialmente di polenta. Potevano essere le premesse per un destino di rassegnazione, ed invece non sono mancate la capacità di costruire comunità e solidarietà con la nascita delle società di mutuo soccorso o le denunce culturali attraverso pubblicazioni singolari ed eccezionali per l’epoca.
La “Bigolada” è la sintesi simbolica di ciò che unisce una comunità al suo territorio: la valorizzazione e la riscoperta di queste radici devono portare alla trasmissione di espressioni e saperi, per ricreare anche nel futuro, la consapevolezza del valore di questa storica tradizione.
Castel d’Ario, nel 1815, si chiamava Castellaro e, dopo lunghe peripezie, diventa parte del Regno Lombardo-Veneto. Sono gli anni in cui comincia a nascere il desiderio di indipendenza e nascono i primi atteggiamenti di sfida nei confronti dell’autorità. Protagoniste sono le allora Società del Carnevale.
LE ORIGINI DELLA FESTA – La Bigolada nasce l’8 marzo 1848, una quindicina di giorni prima dello scoppio della Prima guerra di Indipendenza. Secondo lo storico Maurizio Bertolotti, Cremonesi e compagni “uccidono Quaresima per mettere al suo posto il Carnevale e con la loro iniziativa essi conseguono un duplice obiettivo: si riprendono la festa che era stata loro negata e trovano una forma simbolicamente eloquente per esprimere la propria volontà di mettere in discussione l’ordine politico instaurato con gli Austriaci e appoggiato dalla Chiesa”. (Le complicazioni della vita, ed.Feltrinelli culture, 1998). ‘La Bigolada’ è tradizione popolare, morta e rinata più volte: ha attraversato la storia degli ultimi due secoli e resistito alle dominazioni austriache e francesi, alla Grande Guerra, alla dittatura fascista e alla seconda guerra mondiale.
La festa vive fasi alterne, segnate anche dal susseguirsi degli organizzatori (Comitati del Carnevale e Società di Mutuo Soccorso) fino al 1920, quando si hanno rappresentazioni e foto precise degli avvenimenti. Solamente nel 1935 viene attribuito, adesso in via definitiva, il nome “Bigolada”, inizialmente italianizzato in “Bigolata”. Da allora la festa si anima sino ai giorni nostri. In quanto festa laica e di popolo la manifestazione è stata organizzata, lungo i vari passaggi storici ed istituzionali che l’evento ha attraversato, costantemente ma in forma diversa, dall’associazionismo locale: le Società del Carnevale, le Società di Mutuo Soccorso, Comitati Divertimenti fino alla odierna Pro Loco.
Gli interventi di Daniela Castro, Sindaco di Castel d’Ario, di Paolo Soave, Presidente della Pro Loco di Castel d’Ario e di Sandro Correzzola, autore del libro “dalla protesta alla festa La Bigolada di Castel d’Ario”, hanno confermato le sinergie messe in campo che prevedono un programma di interventi volti alla valorizzazione e alla promozione della riscoperta di espressioni, saperi, usi e costumi della tradizione agro-alimentare.
La piazza principale di Castel d’Ario, intitolata a Giuseppe Garibaldi, è attraversata dalla ex-SS10 “Padana Inferiore” e ogni anno, viene chiusa al traffico diventando il teatro della “Bigolada”, ovvero una distribuzione (gratuita originariamente) di “bigoi e sardele”. Dentro a 12 paioli alimentati dal fuoco di legna allestiti nel centro della piazza si cucinano attorno ai dieci quintali di bigoli, dalle undici del mattino fino alle sei del pomeriggio, servendo sei/settemila persone. Ogni paiolo viene scolato, condito e servito al rintocco di una campana. L’ambientazione e la ritualità dei passaggi è rimasta immutata da decenni. Le generazioni dei Casteldariesi hanno sempre rispettato la loro tradizione, adattandola ai tempi: era nata come protesta ed è diventata poi una grande festa. Essa rappresenta una splendida espressione di “coscienza dei luoghi”, secondo la bella espressione di Beccantini, nella quale si riconoscono i cittadini di Castel d’Ario in modo trasversale e lungo le generazioni. La “Bigolada” è tratto identitario di una comunità che non ha smarrito i modi irriverenti, scanzonati, a volte blasfemi per raccontare un evento che ha, e vuole conservare, origini popolari.