Dall’albero del pane, le castagne

“Ma i frutti di quest’albero benedetto erano “pane quotidiano” in molte valli delle montagne dal Caucaso alla Spagna; cibo rituale della Sera dei Morti e nel giorno dedicato a San Martino, abbinandole al vino nuovo”.

Rigoni Stern M., Arboreto Salvatico, Einaudi Tascabili, Milano, 1996

Il castagno

L’albero benedetto è il castagno e suoi frutti sono le dolci castagne, così carnose e nutrienti, dalla polpa bianca e farinosa, tanto ricche di amido, proteine e sali minerali. 

Fugacee

Originario dell’Europa orientale, il castagno appartiene alla famiglia delle Fagacee ed è una pianta molto antica. Infatti pare risalga addirittura al Cenozoico.

Il nome da Senofonte

Diffuso in una vasta area che va dall’Asia minore all’Europa meridionale, all’Algeria, viene definito per la prima volta da Senofonte, nel IV secolo a.C. come albero del pane.

Dai Romani al Medioevo

Coltivato dagli antichi Romani per il suo legno pregiato e resistente, adatto a realizzare botti e travi. Infatti comincia a essere apprezzato per i suoi frutti solo nel Medioevo, quando le castagne divengono una componente importante dell’alimentazione popolare. 

Matilde di Canossa

A Matilde di Canossa va il merito di aver intuito che le castagne potevano rappresentare, contro carestie e scarsi raccolti, una fonte certa di sostentamento per gli abitanti dei suoi territori. Difatti, per questa ragione ne favorì la coltivazione ricoprendo il territorio appenninico di folti castagneti.
Nel Medioevo le castagne provenienti dalla Lombardia sono apprezzate sulle tavole di Parigi. Inoltre, il medico sabaudo Pantaleone da Cofienza esalta la dieta montanara per essere in grado di offrire una nutrizione completa a base di castagne, latte e latticini.

Alternativa ai cereali

Alla fine del Quattrocento, periodo di guerre e momenti di crisi, l’uso della farina di castagne si diffonde ulteriormente. Essendo l’elemento che compensa la carenza di cereali, anche grazie al fatto che può essere macinata in casa senza dover pagare tasse al mulino.
Nel diciottesimo secolo in Francia le castagne trionfano nell’arte pasticcera. Ovvero con l‘invenzione dei marrons glacés, dolce di Capodanno, dolce augurio di prosperità per il Nuovo Anno.
 

L’Italia con i suoi 800.000 ettari di castegneti conta la maggiore superficie dedicata in tutta Europa. Qui sono presenti circa 300 varietà e alcune di esse le castagne del monte Amiata, di Montella e i marroni di Castel del Rio e Mugello – hanno ottenuto la certificazione IGP. 

La maturazione

Le castagne maturano nel periodo autunnale, da settembre a novembre, e occorre distuinguere tra castagne e marroni. Infatti le prime sono piccole, hanno un colore bruno scuro e sono il frutto del castagno selvatico. Invece i secondi hanno dimensioni più grandi, un colore bruno chiaro con striature più scure. E sono il frutto di una painta d’innesto.

Curiosità estetiche

L’acqua di cottura delle castagne può essere utilizzata dopo lo shampoo per il risciacquo finale: esalta i riflessi dei capelli biondi. Inoltre, alcuni consigliano di utilizzare la polpa schiacciata delle castagne per preparare una maschera emolliente e schiarente.

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