Tuberfood: via a filiera per esplorare territorio, tartufo sempre più protagonista a fiera di Borgofranco sul Po

Tartufo 1La ricerca di nuove forme di sviluppo promuove l’azione di laboratori progettuali come le fiere centrate sulla valorizzazione dei prodotti tipici locali. E’ il caso di Borgofranco sul Po (Mantova), con il progetto ‘Tuberfood – Sinergie dal tartufo’, ora ufficialmente abbinato alla Fiera provinciale del Tartufo (4-5-6; 11-12-13; 18-19-20-21 ottobre 2013). L’iniziativa – vero e proprio avvio di “filiera”, che consideri il prezioso tubero filo conduttore di eventi e occasioni per valorizzare il territorio, la storia e le tradizioni locali – è stato presentata oggi in Regione, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava. Al convegno hanno partecipato Lisetta Superbi, sindaco di Borgofranco Sul Po; Massimo Malavasi, presidente Pro Loco; Adriano Facchini, esperto di marketing territoriale e agroalimentare; Paolo Papazzoni, presidente associazione ‘Trifulin Mantuan’.

La novità è la creazione di un percorso certificato di tartufo che possa rispettare requisiti di carattere legislativo, ambientale, tecnico e riproduttivo, nella raccolta, commercializzazione e consumo, ma anche nel trattamento e nella trasformazione del prodotto.

Gianni Fava podio convegnoOPERAZIONE CHE RIMETTE IN LUCE I TERRITORI – “Un’operazione con due valenze, culturale ed economica – ha detto Fava -, che rende protagonista il territorio più lontano da Milano, per tanto tempo dimenticato e che deve avere insieme agli altri territori periferici sempre più rappresentanza in questa sede; lo dico, ricordando che la provincia di Mantova è la seconda più agricola in Lombardia“. “Essere qui oggi – ha sottolineato l’assessore – dà il senso di un cambio di strategia, poi le idee devono camminare sulle loro gambe. Qui parliamo di territorio e quindi di cose concrete. Queste attività vanno sostenute, per far sì che il nostro patrimonio culturale ci continui a contraddistinguere per quello che siamo”.

“Questa – ha ricordato Gianni Fava – è la grande Lombardia dell’agroalimentare, forte di 42 vini a denominazione d’origine, 26 prodotti Dop e Igp, 243 prodotti agroalimentari tradizionali. Il tartufo di Borgofranco sul Po e dei Comuni limitrofi consacra quella tradizione locale e, quando parliamo di ‘tartuficoltura’, facciamo riferimento a una coltura estremamente versatile, che si adatta anche a quei terreni considerati poco produttivi per altre colture’.

VALORIZZARE AREE DI PRODUZIONE – La Fiera del Tartufo di Borgofranco sul Po può considerarsi un evento ormai radicato, in quell’area che rappresenta la punta avanzata della Lombardia, che si incunea fra Emilia-Romagna e Veneto. “Essa celebra un prodotto tipico della zona, estremamente pregiato, che nulla ha da invidiare ad altri funghi ipogei noti in tutti il mondo” ha concluso l’assessore. tartufo 3 - cartello bonizzoLa costituzione di un tessuto connettivo favorevole alla nascita e allo sviluppo di una filiera produttiva di una risorsa naturale come il tartufo è già operativa nell’area dell’Oltrepò Mantovano, grazie a un Consorzio di 23 Comuni, che condividono risorse e servizi orientati alla promozione turistica, paesaggistica ed enogastronomica, e alla Regione Lombardia, che ha attinto a fondi comunitari europei.

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI – Paolo Papazzoni, presidente dell’associazione cercatori di tartufi ‘Trifulin Mantuan‘, ha evidenziato gli ultimi sviluppi della legge regionale 31 del 5 dicembre 2008 in materia di agricoltura a integrazione delle normative quadro circa la raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati, definizione e riconoscimento delle tartufaie controllate e coltivate: “Se non ci fossero i cercatori, non ci sarebbe neppure tutto il contorno di fiere, convegni e commercio – ha spiegato -; perché ciò sia valorizzato, occorre tutelare le aree di produzione e, per far questo, serve collaborare con le istituzioni”.

tartufo risottoSAGRE VEICOLO DI VALORI – Adriano Facchini, esperto di marketing territoriale, ha ricordato come le fiere e le sagre rappresentino una ricchezza in fatto di capitale sociale, veicolando valori presenti nelle piccole comunità. “E’ straordinario – ha detto, configurando il significato di ‘localismo’ – pensare che un Comune di circa 800 abitanti si sia portato appresso una presenza dieci volte superiore nel corso della fiera: tutto ciò che è il ricavato, viene infatti riversato sul territorio. Sono queste le forme di localismo da incentivare. Le sinergie tra Enti locali, istituzioni, organizzazioni imprenditoriali e volontariato organizzato sono la base per intraprendere anche all’interno del ‘piccolo’, come le fiere e le sagre, la collaborazione con la grande  i industria quale terreno di sperimentazione per nuovi prodotti, processi e modelli”. (Ln)

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