Progetto LIFE Helpsoil, Fava: minor consumo energia, più ambiente – Verso un PSR del Nord

 

Migliorare i suoli e l’adattamento al cambiamento climatico attraverso tecniche sostenibili di agricoltura conservativa. E’ questo il titolo del Progetto “Life+Helpsoil” presentato dall’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Gianni Fava presso l’Azienda agricola Sperimentale “Carpaneta” di proprietà regionale e gestita dall’Ersaf (Ente regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste”) a Gazzo di Bigarello (Mn). Più ambiente, minori costi, produzioni stabilizzate e di qualità. Questa è la sfida macroregionale di HelpSoil.

LOMBARDIA CAPOFILA – L’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea con 3 milioni di euro in quattro anni, coinvolge direttamente le Regioni Lombardia (capofila), Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Nasce con l’obiettivo di sperimentare, tarare e diffondere le migliori tecniche nei diversi contesti agricoli della pianura padano-veneta per incrementare la sostanza organica dei terreni, la biodiversità animale e vegetale, diminuire il fabbisogno idrico delle colture, le concimazioni chimiche, i consumi di gasolio, le dimensioni dei trattori non facendo venir meno nel contempo le produzioni agricole.


“Il passaggio dall’aratro a queste tecniche – ha commentato l’assessore Fava – è fortemente simbolico e può suscitare qualche diffidenza tra gli agricoltori, il dato concreto resta tuttavia il grande risparmio energetico consentito dall’utilizzo di queste nuove tecniche, coincidente con un minor consumo di carburanti e quindi un maggiore rispetto ambientale, e un minor consumo di acqua”.

LA FILOSOFIA DEL PROGETTO LIFE HELPSOIL – Conservare il terreno agrario è una priorità assoluta di Regione Lombardia. Senza terra non si produce cibo e tutto l’ambiente peggiora, sia quello che vediamo come paesaggio che quello ben più importante che resta nascosto nell’ecosistema della terra coltivata.

L’AGRICOLTURA BLU IN LOMBARDIA – Per salvaguardare ambiente e paesaggio è essenziale la conservazione della destinazione agricola delle superfici, limitando drasticamente il consumo di suolo aggredito da nuove urbanizzazioni ed infrastrutture, ma
anche migliorando la qualità agronomica ed ambientale della terra stessa tramite lo studio e l’applicazione di nuove tecniche colturali quali ad esempio l’Agricoltura Conservativa o
Agricoltura Blu. La combinazione di macchine operatrici innovative e l’affinamento di specifiche tecniche agronomiche hanno reso possibile l’applicazione dell’agricoltura blu anche in Lombardia su una superfice di 23.000 ettari e di 5.000 in Veneto oggi coltivati a riso, orzo, frumento e mais.

RIDURRE COSTI PRODUZIONE CON AZIONI DI SOSTENIBILITA’ – Uguali produzioni di cereali, meno energia impiegata, minori costi di produzione. Questo è l’obiettivo ed il risultato di chi rinuncia alla principale e costosissima operazione praticata da millenni in tutto il mondo che è l’aratura.


MACROREGIONE AGRICOLA DEL NORD – Più in generale, il fatto che il Progetto quadriennale HelpSoil nell’ambito del bando LIFE 2012 presentato dalle Regioni Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Friuli VG e dall’Assessorato agricoltura di Regione Lombardia come capofila coinvolga un’area territoriale che coincide con la Macroregione agricola del Nord, secondo l’assessore Fava “E’ una realtà concreta: la filiera agrozootecnica del Nord è omogenea su filiere come il latte, i suini, il riso, in pratica la colonna vertebrale del sistema agroalimentare italiano” .

VERSO UN PSR DEL NORD – “La nostra maggiore capacità di fare squadra – ha spiegato l’assessore Fava – si traduce in maggiori risultati: è per questo che stiamo pensando ad un Piano di Sviluppo Rurale del Nord, al quale le regioni possono aderire su base volontaria”. Un’idea largamente condivisa anche da Piemonte e Veneto, pronte a schierarsi con la Lombardia fin da subito.

Anche in funzione delle previste riduzioni di contributi della Pac su cui l’assessore ha espresso da tempo perplessità: “Se va bene – ha spiegato Fava – saranno corrisposti contributi sulle produzioni classiche con una riduzione calcolabile tra il 30 e il 50%, con penalizzazioni per la zootecnia e la totale esclusione della filiera del lattiero-caseario. Così non va bene, servono regole più elastiche e quindi meno rigidità”.

RISORSE DISTRUIBUITE A CHI LE SA SPENDERE – “Regione Lombardia ha concluso Fava – spende con il suo Psr il 99,75 delle risorse assegnate, le Regioni del Sud non superano il 30%: e allora perché non chiedere che quelle risorse siano redistribuite al Nord dove c’è volontà di spendere e imprenditorialità capace di utilizzarle”. (Ln)

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